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.Mare e archeologia soggiornando in Fattoria
.Archaeology, sea and sun on the farm is so much fun
.Ein Landhaus ladt ein - Archaologie, Meer und Sonneschein
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"Buon pomeriggio, desidera?". Sono circa le 9 del mattino e mi sto rivolgendo ad un signore, attempato ma ancora molto vigile,  appena sceso da un auto con autista nel piazzale di Poggialberi.
Inizio a descrivergli, come di consueto in simili frangenti, l'agriturismo, la sua posizione invidiabile, il viale, gli appartamenti  accoglienti  quando quel  Signore mi interrompe dicendomi di essere nato a Poggialberi.
Non è uno dei soliti turisti in vena di trovare un agriturismo di gradimento e mi pare persona di cui fidarsi. La cosa si fa quindi interessante. Già sono pronto a porgli un sacco di domande.
Ma è lui che più che ascoltare, continua a guardarsi  tutto  intorno con interesse.
Conosce il posto molto bene ...  C'è nato ! E, come mi mostra nelle sue memorie, ricorda. "Nacqui in Maremma nel 1911 nella tenuta di Poggialberi ... in un piccolo rilievo ... c'era, solitario, un quadrato e massiccio edificio ... Tutto il fabbricato ... dava l'mpressione che fosse stato costruito senza badare all'economia e con qualche pretesa di casa da signore".
Riconosce, mi dice, la Fattoria (i locali di agenzia, l'abitazione del guardia, la orciaia ecc) che esterioromente non è cambiata.
Ed ancora: le immense querce ed i cipressi del viale. Tanti olivi.
Riconosce la data della recente ristrutturazione ancora presente nella lunetta del grande portone: 1910.
Dice invece di non ricordare bene l'antico granaio ora ristrutturato in tipici appartamenti  per accogliere gli ospiti ma che,  probabilmente, si  identifica con la "grande rimessa per barroccini, domatrici e barrocci  con annesso locale per le selle e i finimenti." che descrive nelle sue Memorie che mi mostra.
Ricorda che c'era una imponente scalinata che, nella ristrutturazione del 2000, è stata oggetto di demolizione per ricavarne l'attuale appartamento " Torre". Ristrutturazione nella quale gli mostro di aver voluto conservare i segni di quella antica scala tutta in travertino massiccio lasciandone traccia nel nuovo soggiorno.
Finalmente riesco a chiedergli qualcosa di lui.
Ma, prima, mi propone di darci del Tu.
Anch'io che non sono più giovincello approvo senza riserve  dicendogli che mi chiamo Andrea.
Il mio nome, mi dice, è Mario.
E  continua descrivendo altri particolari della Fattoria che spesso, ma non sempre, coincidono con la situazione attuale.
Continua raccontandomi che fu  studente non proprio da primo della classe, migliorato poi all'università riuscendo a conseguire la laurea in agraria a Firenze nelle cui vicinanze il papà aveva comprato un podere  dopo aver  disdettato il contratto di affitto che aveva a Poggialberi e dove è ritratto a cavallo in una fotografia del  tempo da me casualmente ritrovata in un ritaglio di giornale .
E qui Mario inizia a parlarmi della sua vita: dapprima alla Cassa di risparmio e dopo al Consorzio Agrario come  direttore del nuovo ufficio tecnico dove rimase per circa due anni.  Fu una bella esperienza soprattutto per la riuscita dell'organizzazione delle vendite collettive nonostante la diffidenza degli agricoltori per una tale iniziativa.
Si interessò nel 1943 all'organizzazione dell'ammasso dei prodotti agricoli.
A tal proposito In una riunione presente Mussolini fu deciso di costituire un ufficio in ogni comune della provincia per superare la difficoltà a far conferire i prodotti all'ammasso. Gli agricoltori preferivano vendere in nero e con maggior profitto il proprio grano !
Sempre nel 1943 fu il primo in Italia ad effettuare studi e prove di raccolta meccanica delle olive costruendo una macchina (scuotitrice) sulla base di un sistema oggetto di una pubblicazione della Università Agraria della California. Alla macchina fece seguito uno studio per una potatura degli olivi idonea ad ottimizzare  la performance dello scuotitore.
Nonostante i premi e le onorificenze del fascismo mi fa presente di non essere mai stato interessato alla politica. Anzi fu un fascista poco convinto tanto che dopo l'8 settembre militò  nella resistenza restando anche ferito  in un conflitto a fuoco.
Finalmente nel 1945 tornò alla sua passione di agronomo.
Decise di lavorare con varie Fattorie con indirizzi diversi facendo esperienze particolarmente interessanti.  
A fine 1951, lasciati i vari incarichi accettò l'offerta dei Fratelli Marchi di Castel di Pietra con i quali, gli piace farmi presente, lavorò per oltre 30 anni.
Fu negli anni 50 che accentrò il bestiame dei vari poderi in nuovi ricoveri allora chiamati stalle all'aperto.
Nel 1952 si trovò a gestire, nell'ambito della riforma agraria, l'esproprio della azienda Castel di Pietra a Gavorrano. Avendo intuito in un suo colloquio con il ministro Fanfani che questi politicamente era interessato soprattutto alla quantità di terreno espropriato, gli propose e riuscì a farsi espropriare ben 670 ettari esonerandone solo 330 ettari. Ma questi 330 Ha per le caratteristiche agronomiche, per la possibilità di divenire irrigui, per la presenza del centro aziendale avevano un valore notevolmente superiore ai 670 ettari espropriati. Almeno 3 o 4 volte !
Seguì la trasformazione dalla mezzadria alla conduzione diretta che sui 330 ettari di Castel di Pietra fu ultimata nel 1962 dopo notevoli investimenti  sui fabbricati esistenti: costruzione di due stalle all'aperto, di laghetti irrigui e di conseguenza con profonda trasformazione della organizzazione da coltura promiscua (mezzadria) a coltura specializzata (meccanizzazione ed operai salariati).
Ma si interessò anche dei 700 ha di bosco che aveva invaso tutti i sentieri che a suo tempo erano serviti al trasporto della legna. Fece riattivare le strade e dopo lunghi sopralluoghi si rese conto che per quelle zone boschive occorreva prima di tutto difendersi dagli incendi . 
Ecco come affrontò il problema: " Non ricordo .. come mi siano venute in mente le cesse rompifuoco. Sta di fatto che ... feci fare delle fasce di terreno nudo larghe 35-40 metri sia lungo tutto il crinale che sui dossi delle groppate che dal crinale scendevano verso valle ". Le cesse di fatto hanno dimostrato una protezione validissima contro il propagarsi degli incendi. A questo proposito mi racconta un aneddoto. L'ispettorato provinciale delle Foreste di Grosseto inflisse all'azienda una forte multa per avere gravemente compromesso l'assetto e l'equilibrio idrogeologico dei terreni interessati dalle cesse. Mi precipitai, continua, alla Direzione Generale delle Foreste a Roma ed il Direttore dapprima non accettò le ragioni sulla bontà degli interventi effettuati  ("la legge è legge" sosteneva).  Ma in seguito lo stesso Direttore, inviati ispettori  per verificare la validità delle opere eseguite, permise di continuare i lavori  e da allora le cesse sono ormai accettate dovunque.
E poi... e poi .. quante altre cose mi accennò e che, gli dissi, avrei voluto mi raccontasse.
Ad esempio la sua spensierata giovinezza trascorsa a Poggialberi.
Ad esempio il ricordo della malaria che combattuta e scomparsa con il fascismo ma, ripresa dopo la guerra, fu debellata definitivamente dagli americani con il DDT.
Ad esempio il trasferimento (sofferto) a Firenze quando il babbo lasciò nel 1925 l'affitto di Poggialberi.
Ad esempio i numerosi viaggi all'estero. In Brasile, Francia, Iran, Spagna, Portogallo ecc.
Ad esempio la sua attività come vicepresidente all'Accademia dei Georgofili
Ad esempio i suoi amori giovanili .
Ad esempio la guerra in Albania.
Ad esempio: la Gigia, compagna di una vita.
Ma sono ormai passate le 12 ed è l'ora di lasciarci.
E lo facciamo quasi come vecchi amici.
Un ultimo colpo di scena.
Salutandomi, Mario mi fa un prezioso regalo:
Le sue Memorie, vera fotografia  della Maremma che fu.


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58043 Castiglione della Pescaia (Grosseto) Tf .00393470898762..............................

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